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Il Convegno svela particolari inediti sul patrimonio culturale di Rometta

 

I saluti del Sindaco di Rometta, Roberto Abbadessa

 

Si è conclusa in un meraviglioso scenario di marmi e quadri della Chiesa madre di Rometta, la lunga giornata dedicata al territorio di Rometta, tra storia, monumenti, arte, paesaggi ed ambienti rupestri. In campo sono scesi al gran completo i vertici della Soprintendenza BB.CC. di Messina, guidati dal titolare, Architetto Salvatore Scuto, uno degli ideatori, assieme al vicesindaco di Rometta, del consesso culturale svoltosi nella giornata di Sabato 27 aprile. A fare da rappresentanti del mondo delle Università, i docenti Ferdinando Maurici e Alessandro Musco, entrambi dell’Ateneo di Palermo, la dott.ssa Daniela Patti della Kore, la nuova ed innovativa Università di Enna, e la prof.ssa Concetta Giuffrè Scibona docente presso l’Università di Messina nonché consorte del compianto archeologo Giacomo Scibona, scomparso nel gennaio del 2009 e fautore di numerose campagne archeologiche a Rometta oltre che in gran parte della Sicilia. Ma a fare da protagonista sono stati il numeroso pubblico che ha riempito le navate dell’auditorium sacro e i rappresentanti delle Associazioni Locali che, negli ultimi tempi, assieme ad alcuni cittadini romettesi hanno dato vita ad una riscoperta delle numerose presenze rupestri nel territorio romettese, quali le tombe ad arcosolio e la cripta-cella paleocristiana di Sottocastello. 

Il Vicesindaco, Alberto Magazù

 

Dopo i rituali interventi di saluti da parte del dott. Roberto Abbadessa, Sindaco di Rometta, si sono succeduti quelli del Vicesindaco, geom. Alberto Magazù e del dott. Piero Gazzara, esperto delle attività e programmazione culturali del Comune di Rometta. Quest’ultimo ha sottolineato il pericolo che Stato e Regioni, continuando nella loro politica di austerità togliendo ripetutamente risorse economiche al comparto della cultura, stiano mettendo in pratica lo smantellamento di tutta la struttura pubblica preposta al settore dei beni culturali con i continui tagli a Musei, Teatri, ricerca, biblioteche, scuole, ecc..

 

Piero Gazzara

 

Lo stesso relatore ha propugnato una sempre e più attiva sinergia tra Università, Soprintendenze, Comuni e Associazioni per impedire l’inevitabile scomparsa del rilevante patrimonio culturale che invece potrebbe rappresentare, soprattutto per la Sicilia, una parte di sviluppo. Fidando dell’esperienza fatta a Rometta, (ma anche in altri comuni, come Milazzo, Tindari, Monforte S.G. e S. Angelo di Brolo) dove gruppi e anche singoli cittadini, armati di passione e in alcuni casi anche di competenza, stanno rivitalizzando i beni culturali liberandoli, non solo dall’abbandono materiale, ma riportandoli fuori dall’oblio dei tempi veicolando la loro esistenza ad un pubblico ignaro ed inconsapevole.

 

Ferdinando Maurici

 

L’inizio dei lavori è stato avviato dal prof. F. Maurici, docente di Storia Medievale presso l’Università di Palermo, autore di numerose pubblicazioni in campo storiografico, soprattutto riguardanti l’epoca arabo-bizantina della Sicilia. Lo stesso Maurici ha presenziato la sessione degli interventi della fascia mattutina.

 

Anna Piccione

 

Gli aspetti caratterizzanti  e le linee guida del Piano paesistico nr. 9 sono stati illustrati dall’Architetto Anna Piccione, Responsabile Beni Paesistici, naturali e Naturalistici della Soprintendenza dello stretto mentre l’archeologa Gabriella Tigano dirigente della Soprintendenza di Messina, settore beni archeologici, ha mostrato, anche se attraverso le immagini, alcuni dei reperti rinvenuti negli anni 60 ed adesso custoditi nei magazzini del Museo di Messina.

 

L'Archeologa, Gabriella Tigano

 

La Tigano, seguitissima dai convenuti, ha tracciato le rilevanze dei depositi archeologici analizzati nel territorio romettese a partire da quelli dello Scibona sino a quelli recenti del 2008 della necropoli dell’età del Bronzo a Sant’Andrea e a i reperti dell’età romana nel 2012 a Rometta Marea. Atteso l’intervento della Prof.ssa Giuffrè Scibona: le parole accorate non solo di una moglie ma anche di una collega dello stesso Ateneo hanno dato vita ai fatti più salienti della intensa vita dell’uomo e dell’archeologo Giacomo Scibona, decano dell’archeologia messinese e insuperato maestro di più di una generazione di archeologi e cultori di archeologia messinesi. Le sue spoglie mortali riposano nel cimitero di Rometta, tra le contrade amiche tante volte visitate ed indagate alla ricerca dell’essenza di tempi remoti.

 

La Prof. Giuffrè Scibona

 

I presenti al Convegno hanno rivissuto gli inizi della professione di archeologo proprio qui, a Rometta, dove la famiglia di Giacomo risiedeva da tempo. E’ un elenco lunghissimo quello fatto dalla voce emozionata ma ferma della moglie di Scibona: le numerose compagne di scavi eseguiti in gran parte nei centri antichi dell’isola intercalati dai sempre più frequenti ritrovamenti della Messina antica i cui strati insediativi si sovrappongo a partire dai primi abitatori sino a giungere a quelli contemporanei. Anche il Maurici, che ha conosciuto Giacomo Scibona apprezzandone il valore scientifico delle sue scoperte, scopre emozionato degli aspetti non conosciuti dello Scibona, come l’amore per la musica.

 

Marisa Mercurio

 

I monumenti di Rometta scorrono sul grande schermo mentre la dott.ssa Marisa Mercurio, titolare dell’unità operativa Beni architettonici e urbanistici della Soprintendenza peloritana, spiega ad un auditorio interessato  le caratteristiche costruttive dei monumenti di Rometta, dal Palatium federiciano alla chiesa madre, dalle costruzioni patrizie del centro storico alle fortificazioni: un itinerario scandito dal passare dei secoli e dai numerosi terremoti che hanno privato, purtroppo, il piccolo centro collinare di molte testimonianze del passato.  

 

Luigi Giacobbe

 

Ed infine, in chiusura della prima parte del Convegno, ecco fare capolino, tra le opere d’arte presenti a Rometta che il prof. Luigi Giacobbe, storico dell’arte della Soprintendenza, enuclea con una certa enfasi, un pezzo di rara bellezza: una cassettina in legno con decorazioni in osso intagliato, traforato e inciso, di probabile scuola nord europea da far risalire al XII sec.. Il cofanetto di Rometta ha un gemello che si trova in Germania al Museo di Monaco di Baviera.  Il prezioso reliquario summa di diversi stili, da quello islamico a quello carolingio con reminiscenze di tipo classico, ha lasciato diverse volte Rometta per essere esposto in diverse Mostre Internazionali quali, di recente, a Bonn, a Rothenburg e in Polonia. Dopo la pausa pranzo, i relatori e gli invitati sono stati accompagnati alla visita di alcuni siti, tra i quali la Chiesa Bizantina e le fortificazioni di Porta Messina o Castello da dove hanno raggiunto la Cripta-cella di sottocastello da poco riportata alla fruizione grazie al lavoro dei volontari del gruppo Ricerche nel Valdemone, dell’Associazione Mari e Monti 2004 di Rometta, oltre a Piero Gazzara, Ettore Lombardo, Antonino Saya e Loredana Cavalalro. Prima della ripresa del Convegno, in Piazza Margherita è avvenuto un breve ma intenso saggio del Gruppo medievale tamburi dell’Associazione Culturale Marduk.

 

Gruppo tamburi corteo storico dell'A.C. Marduk

 

Ad introdurre i lavori della sessione pomeridiana è lo stesso Soprintendente, dott. Salvatore Scuto con la presentazione del primo relatore: Ferdinando Maurici. Lo storico intrattiene gli astanti con una minuziosa ricostruzione degli eventi, accaduti agli albori dell’anno mille, riferiti a Rometta e alla cuspide nord orientale della Sicilia, ripercorrendo le fasi ultimative della conquista musulmana della Sicilia.

 

Salvina Fiorillo

 

Gli ultimi tre relatori hanno incentrato i loro interventi sulla Sicilia rupestre, in particolar modo la dott.ssa Salvina Fiorilla, archeologa della soprintendenza di Ragusa che ha reso noto le ultime ricerche svolte nel complesso rupestre di Cava d’Ispica soffermandosi sulle evidenze archeologiche di recente ritrovate nel vasto insediamento trogloditico dell’altopiano ibleo. Il sito archeologico di Cava d’Ispica, nei pressi di Modica e di Ispica è importante per la numerosa presenza di cavità ipogeiche utilizzate a partire dall’età del bronzo antico sino a giungere all’età arabo-bizantina oltre ad essere in gran parte riutilizzate fino al secolo scorso come ricovero per animali o per attrezzi agricoli.

 

Filippo Imbesi e il Soprintendente Salvatore Scuto

 

La relazione della Fiorilla è stata propedeutica ai due interventi successivi riguardanti le testimonianze rupestri di Rometta. Infatti è l’Architetto Filippo Imbesi del gruppo Ricerche nel Valdemone ad introdurre le prime analisi effettuate sulla Chiesa rupestre di Sottocastello, già scoperta dallo Scibona e indagata da Aldo Messina nel 1995. Imbesi, tra il gruppo di volontari che hanno riportato alla luce, nel febbraio 2013, l’ipogeo sacro ed autore di una prima pubblicazione sullo stesso dal titolo “L’ipogeo paleocristiano di contrada sottocastello a Rometta”, 2013, ha illustrato la lettura delle incisioni e dei graffiti presenti sulle pareti interne della Cripta dando una prima ipotesi sull' epoca  d’escavazione del complesso ipogeico e dei suoi utilizzi successivi.

 

L'Archeologa, Daniela Patti

 

Spetta, infine, all’archeologa e docente di Archeologia cristiana e medievale dell’università Kore di Enna, Daniela Patti a presentare i primi studi da lei effettuati sulla chiesetta rupestre di Sottocastello. Le varie ipotesi sono illustrate ai presenti dalla studiosa ennese la quale ha evidenziato l’assenza di deposito archeologico nel sito, indispensabile per poter ricavare un dato cronologico certo e pertanto occorre procedere con specifiche ed ulteriori  analisi dell’ipogeo. Ed infatti, la stessa Patti comunica di aver inserito la cella cripta di Rometta in un più ampio progetto di studi che dovranno alla fine portare ad una più precisa definizione di utilizzo della cavità scavata dalla mano dell’uomo nella parete rocciosa della collina di Rometta. Sono l’Arch. Scuto e il prof. Musco a tracciare le conclusioni della giornata di studi. Il primo lo fa, tra l’altro, elogiando l’azione di volontariato operata a Rometta sia nella riscoperta del sito rupestre che nella pulitura delle aree prospicienti  i monumenti del centro storico peloritano.

 

Alessandro Musco

 

Il successivo intervento è quello conclusivo, di Alessandro Musco, professore di Storia della Filosofia Medievale presso l’Ateneo palermitano, nonché responsabile dell’Officina di Studi medievali, un organismo di promozione culturale che si occupa di curare pubblicazioni di carattere scientifico inerenti al medioevo siciliano. Il  Musco oltre a definire gli obiettivi raggiunti dall’odierno Convegno ha, altresì, sottolineato con veemenza le difficoltà attuali attraversate dalla ricerca e dalla valorizzazione dei beni culturali a causa della continua diminuzione di risorse finanziarie,sia pubbliche che private nel settore e la conseguente distrazione di queste in settori improduttivi. Tra i presenti al Convegno, i Sindaci di Monforte S. Giorgio, Butera, Taormina, Roccavaldina, Montalbano e Valdina.

 

 

 

 

 

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