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Sidereus Nuncius di Galileo Galilei.
Nel marzo del 1610, Galileo Galilei pubblicò il "Sidereus Nuncius" dando avvio alla ricerca portata avanti utilizzando il metodo scientifico. Il 13 marzo 1610 Galileo Galilei rende pubbliche le sue scoperte con la pubblicazione del “Sidereus Nuncius”. Si apre un nuovo capitolo per l’umanità che inizia a scrutare l’universo con metodo scientifico: le teorie sono confutate con l’osservazione diretta della volta celeste e molte delle verità, ritenute assolute sino ad allora dal mondo accademico, si mostrano errate.
Sidereus Nuncius di Galileo Galilei - Venezia 1610
Utilizzando il cannocchiale, Galileo si rende protagonista di nuove scoperte, come i quattro satelliti di Giove e i rilievi della Luna considerata liscia ed uniforme. E’ l’opera che lo renderà famoso destando ammirazione in gran parte d’Europa e d’Italia. Ma a Roma lo scienziato pisano incontra le dure critiche del Sant’Uffizio e dell’Accademia dei Lincei’, fermi dogmaticamente sulle conoscenze in gran parte risalenti alla scuola tolemaica. Saranno le prime avvisaglie di quello scontro che condurrà il nostro studioso a subire il famoso processo. Galileo è il primo a servirsi del cannocchiale, al quale apporta modifiche ottiche, per indagare il sistema solare e a condurre, assieme a Keplero e Copernico, l’astronomia, per secoli relegata tra astrologia e credenze religiose, verso la ricerca moderna, basata sull’osservazione diretta dei corpi celesti e dei fenomeni astronomici.
Sidereus Nuncius di Galileo Galilei - Manoscritto 1' Edizione - Venezia 1610 copia conservata a Padova - Biblioteca Universitaria
Ma Galileo va ricordato anche per aver utilizzato la lingua “italiana”, in volgare, per divulgare al mondo le scoperte astronomiche e non “il latino”. Infatti, nel 1632 pubblica il trattato “Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” dove mette a confronto le due scuole di pensiero, quella antica geocentrica, tolemaica (la terra al centro dell'Universo) e quella moderna, eliocentrica di Copernico.
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