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Nell'ex Carcere mandamentale di Rometta, l'Arte libera la creatività

 

 

 

    

 

 

                L’Arte si appropria di spazi angusti ed inutilizzati dalla comunità e li anima con la vitalità dei colori. E’ quello che accade a Rometta, dove una delle tante opere pubbliche incompiute del nostro bel paese, l’ex Carcere mandamentale, regna sovrana nella sua solitudine a simboleggiare la mancanza di lungimiranza nell’impiego di fondi pubblici. Adesso diversi artisti contemporanei iniziano a far rivivere con la propria ispirazione gli ambienti deserti e cupi di un edificio pensato per rinchiudere i rimorsi e le pene di coloro ritenuti colpevoli nei confronti della società civile. E’ in quest’angolo di Sicilia, dove l’albero della Storia ha profonde radici, gli artisti siciliani contemporanei, invitati in simposio nell’ex Carcere, intendono ribadire la loro appartenenza ad una terra dove l’arte ha rappresentato, in certi periodi del passato, un fattore determinante di aggregazione civile per culture diverse, quali ad esempio fu l’epoca normanna: l’arte e il sincretismo culturale utilizzarono forme ed idee derivanti dalle civiltà mediterranee.


                Un pool di artisti contemporanei, chiamati a raccolta dal Comune di Rometta, attuale proprietario dell’edificio dell’ex carcere, intende idealmente rivitalizzare la struttura tramite l’occupazione degli ampi spazi interni relegandosi nelle celle del penitenziario “mancato” per dare piena libertà alla propria vena ispiratrice componendo, qui, le proprie opere nella condizione di forzati, di prigionieri dell’Arte. Per questo il Comune di Rometta organizza l’evento “Prigionieri dell’arte” da svolgersi nei locali dell’ex carcere mandamentale di Rometta. All’iniziativa partecipano quattordici artisti che realizzeranno le loro opere all’interno del plesso carcerario. Per l’occasione, nella giornata del tre agosto sarà costituita ufficialmente l”Officina Creativa del Carcere” con l’obiettivo di continuare ad utilizzare gli spazi recuperati nell’ottica di altre iniziative volte alla ricerca di nuove frontiere dell’Arte e dove idee e forme vengono plasmate per manifestare la potenzialità di una terra, quella siciliana, temprata da miti e da gesta dai colori forti. Quattordici artisti realizzeranno le proprie opere rimanendo per tutto il periodo che occorre all’interno delle quattordici celle. Le opere finite saranno esposte al pubblico negli stessi ambienti dell’ex penitenziario a partire dal pomeriggio del 3 agosto dalle ore 18,00.


                Quella delle carceri romettesi è una vicenda complessa e testimonia la ricca storia dell’antico centro collinare di Rometta. L’area su cui sorge l’attuale plesso del penitenziario incompiuto, sino agli anni 70 del secolo scorso era occupata dall’edificio monastico di S.Maria La Nuova, edificato nel 1617 per opera del mecenatismo di Giovanni Antonio Blasco, figlio di Martino Blasco, influente cittadino messinese. Il Monastero ospitò sino al 1866-67 le monache benedettine che in quell’anno, a seguito dell’entrata in vigore delle cosiddette "Leggi eversive del Regno D'Italia", furono costrette ad abbandonare quella che per oltre due secoli era stata la casa del proprio ordine e che da allora divenne il Carcere del Mandamento di Rometta. Danneggiato dal terremoto del 1908 e prontamente ristrutturato, continuò a svolgere la sua funzione di luogo di detenzione sino agli anni settanta del XX’ secolo quando fu abbattuto e al suo posto fu progettato ed eretto un nuovo e più imponente edificio da adibire a carcere mandamentale. Però, dopo aver quasi completato la costruzione, l’Impresa appaltatrice dei lavori dichiarò fallimento ed interruppe i lavori di completamento che non furono più ripresi creando così l’ennesima opera incompiuta.
               Gli artisti coinvolti nell’evento “Prigionieri per l’Arte”, sono Giuseppe Pittaccio, Pippo Galipò, Luigi Ferrigno, Antonello Bonanno Conti, Andrea Reitano, Filippo De Mariano, Gianfranco Donato, Mauro Micciari, Daniela Gazzara, Giorgio Corriera, Felice Bucca, Daniele Morganti, "RE" Emanuela Ravida, Antonio Giocondo e Stello Quartarone.
 

 

 


 

 

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